Confermata la visione centralista dell’organizzazione dello Stato in Calabria. Necessario impostare una revisione degli ambiti intermedi, colpiti nell’erogazione dei servizi e nell’indotto.
Ci può anche stare che il Governo Occhiuto possa continuare a guardare ai Capoluoghi storici come punto di riferimento delle sedi decisionali, considerato che lungo l’asse jonico la Classe Dirigente appare poco interessata a promuovere l’idea del doppio capoluogo (Corigliano-Rossano e Crotone) e dell’istituzione di un’area metropolitana che abbracci tutte le realtà dell’Arco Jonico (Crotone-Gallipoli).
Una nuova Provincia (Corigliano-Rossano e Crotone) di oltre 400mila abitanti, entrerebbe a pieno titolo nel contesto regionale, rafforzando i principi di pari dignità territoriale. In mancanza, quest’area è destinata (quando va bene) alle briciole.
Tutto è accentrato lungo l’asse Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria. Dalle università, alle Aziende sanitarie, dai centri Hub di eccellenza alle Sedi prefettizie. Ancora, dalle Organizzazioni sindacali alle Camere di Commercio, dai Comandi provinciali alle sedi decisionali regionali e sub-regionali. Va da sé che una visione centralizzata produca economia per indotto nel mercato immobiliare, nel commercio e nello sviluppo di esclusivi territori.
A confermare tale andazzo è il recente concepimento di “Azienda Zero“. La nuova creazione, fortemente voluta dal Presidente della Regione, che si prepara ad accentrare quasi tutte le funzioni sinora svolte dal dipartimento Tutela della Salute. Un braccio operativo con il mandato e il potere di assegnare i budget, controllare bilanci, produzione e fabbisogno di personale di ogni singola Azienda sanitaria ed ospedaliera. Non sappiamo se quanto scritto sia un bene o un male. Una cosa è certa: la visione della burocrazia e la collocazione dei centri decisionali ed amministrativi in Calabria, resta sempre sotto l’egida dei tre Capoluoghi storici. Catanzaro al vertice della piramide, Cosenza e Reggio a supporto del Capoluogo di Regione. Si ripropone lo stesso disegno che in Calabria governa il territorio da oltre 50 anni. Tale contesto avalla la necessità di una profonda revisione amministrativa degli ambiti calabresi. Da riparametrare, invero, su principi di pari dignità territoriale.
Come Gruppo Jonia-MagnaGraecia, non abbiamo mai fatto mistero della nostra visione. Non ci siamo mai nascosti dietro un dito. Abbiamo palesato fin dalle prime ore la nostra prospettiva: equalizzare gli ambiti territoriali calabresi per aree ad interesse comune.
Purtroppo, e la storia lo dimostra ampiamente, i piccoli contesti territoriali, vengono fagocitati dai grossi centri di potere. Aver istituito 30 anni fa Province come quella di Crotone, ha dimostrato che una demografia povera ed un fazzoletto di terra non fanno la differenza e, spesso e volentieri, si riducono ad un pro-forma. Poco più a nord, la fusione amministrativa tra gli estinti comuni di Corigliano e Rossano — almeno nel nostro pensiero — era ed è da intendersi come un punto di partenza. L’inizio di un processo finalizzato ad assemblare gli ambiti Sibariti e Crotoniati sotto un’unica Provincia con un doppio Capoluogo: Crotone a sud, Corigliano-Rossano a nord. Un’area policentrica e vicina alle esigenze dei cittadini che contempli fra le sue competenze la possibilità di essere annoverata fra i centri amministrativi e di controllo della sub-direzione regionale. Un immaginato — il nostro — che non si pone in contrapposizione ai contesti storici della Calabria. Una ridefinizione dei confini provinciali non spinta da pennacchi e futilità, ma motivata dal bisogno di restituire dignità ad ogni singolo territorio. Con la consapevolezza di non generare benessere solo per il contesto dell’Arco Jonico, ma per rilasciare migliorie a tutto il “Sistema Calabria”.
La politica jonica dovrebbe mostrare un minino di giudizio. Dovrebbe comprendere che non è più tollerabile stare sempre in seconda linea, proni al volere dei potenti.
Senza un rinnovato disegno di regionalismo, finalizzato a correggere le storture di quest’ultimo, non potrà mai essere avviata una profonda revisione del sistema. Pertanto, la Classe Dirigente Jonica non potrà mai sedersi ai tavoli che contano. Continuerà a saziarsi, quindi, solo di avanzi e molliche. Tanto Corigliano-Rossano quanto Crotone si sveglino!
La sola fusione amministrativa degli estinti Comuni di Corigliano e Rossano è da ritenere un punto di partenza. La provincia di Crotone così scarna (demograficamente e territorialmente) è destinata ad essere fanalino di coda in tutti i settori su scala nazionale.
Si uniscano le forze della Sibaritide a quelle del Crotoniate. Questa è la sola possibilità, l’unica, per cambiare il paradigma dell’Arco Jonico.
Ufficio Stampa – Jonia-MagnaGraecia
*Questo post e’ stato ripubblicato nell’ambito di collaborazione tra magnagraecia.eu – mgrecianews.com