SICILIA/SIKELIA

Intervista ad Alfonso Genchi, presidente dell’Accademia della Lingua Siciliana

cAlfonso Genchi, presidente dell’Accademia della Lingua Siciliana, parla su mgrecianews.com dello suo scopo ed attività, suo proprio percorso professionale anche i legami tra Sicilia e Grecia continentale

 

Copertina del conto uffiziale dell’Accademia della Lingua Siciliana su Facebook

 

M.G.N.: Signor Genchi, può raccontarci del suo percorso professionale?

F.G.: Ho studiato Lingue e Letterature Straniere in Sicilia ma dove mi si sono aperti gli occhi sul valore delle lingue regionali è stato in Spagna, dove ho vissuto per 5 anni, potendo constatare un approccio completamente diverso sulle lingue locali. Tuttavia ho deciso di dedicarmi professionalmente a tutt’altro, intraprendendo sin da giovanissimo la carriera di allenatore di football americano, che mi ha portato ad allenare squadre nella mia Sicilia e, poi, in Italia, Catalogna, Spagna, Irlanda e Germania. Nel mio tempo libero, tra le altre cose, mi sono dedicato a diffondere le conoscenze sulla lingua siciliana attraverso numerose conferenze e partecipazioni a convegni, in ogni parte di Sicilia. Nel 2019 sono stato eletto Presidente dell’Accademia della Lingua Siciliana.

 

M.G.N.: Raccontaci dell’Accademia della Lingua Siciliana. Qual è il suo scopo?

F.G.: L’Accademia della Lingua Siciliana nasce, con una riunione svoltasi a Caltanissetta il 18 febbraio del 2017, per opera di una sessantina di persone che nei mesi precedenti avevano interagito tra loro su internet, maturando la decisione di fondare un organismo che potesse fornire qualche elementare ed ovvio consiglio su come evitare di fare errori grossolani a quelle persone che, non avendolo prima mai fatto, adesso si trovavano – grazie alle nuove tecnologie di comunicazione – a scrivere qualche frase in siciliano ai loro amici o familiari. Non ci saremmo mai aspettati quello che sarebbe successo di lì a poco: siamo stati chiamati svariate volte da istituti scolastici a tenere Giornate della Lingua Siciliana per gli studenti, e da associazioni per tenere conferenze in varie parti di Sicilia. Ci siamo strutturati con un Collegio Scientifico coordinato dal prof. Alfonso Campisi – fondatore presso l’Università La Manouba di Tunisi della prima cattedra al mondo di Lingua e Cultura Siciliana – e con altri componenti illustri, professori universitari e poeti di alto livello. Oggi gli scopi dell’Accademia sono soprattutto quelli di promuovere l’uso della lingua siciliana, anche in contesti pubblici, e di contribuire alla sua ‘normalizzazione’, in senso lato.

 

M.G.N.: Da dove deriva la lingua siciliana?

F.G.: La lingua siciliana, al pari dello spagnolo, del catalano, del galiziano, dell’italiano, del rumeno, del francese, del portoghese etc. è una lingua romanza, ossia si è sviluppata da quella latina, con gli influssi che le lingue di sostrato e superstrato hanno apportato. Tra le lingue di sostrato che hanno influenzato il siciliano, anche il greco antico dei coloni arrivati dalla Grecia; ma anche dopo l’arrivo del latino in Sicilia, col periodo bizantino, si hanno nuovi influssi dalla lingua greca. Si stima che circa il 15%% del lessico della lingua siciliana sia di origine greca: la percentuale più grande, dopo quella di origine latina..    

 

(Al)Fonso Genchi

 

 M.G.N.: Qual è lo status ufficiale della lingua siciliana in Italia?

F.G.: Attualmente la lingua siciliana non è riconosciuta dalle istituzioni e non è inclusa tra le lingue tutelate dalla legge 482. Inoltre, l’Italia è, assieme alla Francia, l’unico Paese europeo a non aver attuato il Trattato Europeo sulle Lingue Regionali e Minoritarie; dunque, il siciliano non riceve alcuna tutela statale. A livello regionale, nel 2011 è stata approvata una legge che prevede anche l’insegnamento del patrimonio linguistico siciliano ma tale legge ha avuto una attuazione sporadica e, comunque, con un approccio allo studio del siciliano di tipo filologico, da lingua morta.

 

M.G.N.: Qual è la vostra visione per il futuro linguistico del Meridione?

F.G.: Noi rispettiamo tutte le lingue e le culture locali e siamo favorevoli al bilinguismo e al multilinguismo. Pensiamo che la diversità sia ricchezza, anche in ambito linguistico. Quindi sosteniamo tutte le lingue parlate anche nel Meridione.

 

M.G.N.: Qual è la vostra opinione per il legame tra la lingua e l’identità di un popolo?

F.G.: Nel mondo esistono diverse situazioni rispetto al rapporto tra popolo e lingua: ci sono popoli che parlano più lingue, così come lingue parlate da più popoli. In ogni caso non c’è alcun dubbio che esiste un legame forte tra lingua e identità. La lingua è parte importantissima dell’identità di un popolo. La lingua non è un accessorio; togliere la propria lingua ad un popolo non è togliergli il microfono ma togliergli la propria voce, parte di se stesso. Bene dicevano lo scrittore francese Rémy de Gourmont “Quando un popolo non osa più difendere la propria lingua, è pronto per la schiavitù” e il nostro Ignazio Buttitta “Un pòpulu addiventa poviru e servu quannu ci arròbbanu ‘a lingua addutata dî patri: è persu pi sempri” (un popolo diventa povero e servo quando gli si ruba la lingua data in dote dai padri: è perso per sempre).

  

 M.G.N.: Che significa per lei la lingua greca e la Magna Grecia in genere?

F.G.: La lingua greca significa cultura, pensiero, filosofia; significa parte importante della nostra storia di siciliani. Una buona percentuale del nostro DNA è greco. La Magna Grecia e la Sikelìa sono territori ancora oggi distinti dal resto d’Italia a causa della loro peculiare storia e sono culturalmente molto vicini alla Grecia. In Sicilia anche il più ignorante degli anziani quando parla sembra un filosofo.

  

M.G.N.: In conclusione, lei ha un messaggio a rivolgere ai nostri lettori greci?

F.G.: Certamente. E’ auspicabile che i legami tra Grecia e Sicilia si rinnovino e si rafforzino, in tutti i campi. C’è da augurarsi che le nostre istituzioni lavorino in tal senso; ove non lo facessero, occupiamocene noi cittadini. Invito i nostri fratelli greci che non avessero ancora visitato la Sicilia, a farlo. Inoltre, da Presidente dell’Accademia della Lingua Siciliana, auspico che si possa istituire in una università greca una cattedra di Lingua e Cultura Siciliana, così come è avvenuto in Tunisia qualche anno fa; l’Accademia sarebbe lieta di favorire tale processo. Un caloroso abbraccio a tutti i nostri fratelli greci.

 

*Si ringrazia Sig Genchi per quella intervista

**Conto dell’Accademia su Facebook: accademiadellalinguasiciliana

 

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