Turismo – Non si può parlare di gestione e valorizzazione dei beni archeologici senza confrontarsi con Filippo Demma, Direttore del Parco archeologico di Sibari, Direttore ad interim della Direzione Regionale Musei Calabria, nonchè responsabile del progetto di Antica Kroton per Capocolonna.
Il dottor Demma, che guida anche il parco Archeologico di Crotone e Sibari, ha le idee chiare non solo sulla gestione dei beni archeologici e culturali, ma anche sul sistema che deve girare intorno a questi.
«I beni archeologici e monumentali fungono da attrattore turistico. Bisogna però uscire dalla mentalità che la semplice esistenza e accessibilità di un contesto archeologico interessante o di un monumento o di un’opera eccezionale sia per sè un attrattore. Nessuno di noi si muoverebbe per andare a vedere L’urlo di Munch ad Oslo se non ci fosse l’aurora boreale, i musei, la possibilità di fare le crociere o mangiare la balena. L’idea che aumentare l’accessibilità di un bene, quindi le aperture, gli eventi, siano sufficienti ad attrarre turisti è un’idiozia. Così come è un’idiozia pensare che sia un problema di comunicazione o che la gente non venga, ad esempio in Calabria, perché non la conosce o non sa che in Calabria c’è un patrimonio eccezionale. Tutti sanno che qui ci sono i Bronzi di Riace, per dire, però il Museo di Reggio Calabria fa un certo numero di visitatori che è ragguardevole ma è inferiore a quello che potrebbe fare.
Come agire dunque?
Prima di tutto bisogna pensare che il turismo è un’industria e quindi va trattato e stimolato come tale, con una normativa apposita che deve essere di sostegno.
Secondo lei cosa manca in Calabria?
Il problema sostanziale è la mancanza di una mentalità imprenditoriale negli imprenditori turistici che va effusa e coltivata. Il turismo in Calabria è un fatto episodico in mano a pochi, diffuso con una gestione poco più che familiare delle produzioni e dei contesti. Spesso manca l’offerta: dai lidi balneari che iniziano l’attività a stagione già iniziata fino ai ristoranti che non sono sempre aperti. Per il turismo se non c’è offerta non si può sviluppare la richiesta. Ed è qui che interviene il pubblico che deve favorire con misure ad hoc le imprese turistiche pensando però anche una destagionalizzazione del turismo. L’incremento dell’offerta è una cosa che dipende da una visione politica e non può essere demandata al gestore dell’attrattore culturale che non interviene sulle infrastrutture, sui trasporti e sul sistema di accoglienza. Se qualcuno dice di non conoscere il Tempio di Hera Lacinia a Crotone, mente sapendo di mentire. Anzi, faccio proprio un esempio ancora più forte: molti parlano erroneamente di Colonna di capo Colonna, c’è una narrazione autoriducente anche in questo: un conto è una colonna sola, anche bella paesaggisticamente, un altro conto è un Tempio del V secolo con la sua importanza, il suo culto. Il Tempio è una storia da raccontare la Colonna è un feticcio identitario.
Ci sono progetti in itinere?
Tanti. Abbiamo avuto le osservazioni di Invitalia per mettere a gara le prime risorse del Ministero, 1 milione e 200 mila euro, perrisistemare i parcheggi intorno al Museo di Capocolonna, i percorsi interni dell’edificio e del Santuario, e ancora il laboratorio di restauro, ristrutturare i magazzini in modo da renderli accessibile al pubblico. Il progetto esecutivo è già stato consegnato e validato. Su Le Castella è pronto il progetto esecutivo del primo mezzo milione di lavori (fondi Pnrr) per sistemare i percorsi e per altri lavori, ripavimenteremo la corte interna della fortezza e risistemeremo anche un po’ l’area esterna anche se è di pertinenza del Comune. In questo caso con molta probabilità agiremo con due affidamenti diretti. Stiamo lanciando anche il ciclo di spettacoli. Il 18 poi è previsto un incontro in regione per la digitalizzazione dei reperti dei Musei di Crotone e per la creazione di percorsi di visita virtuale e di realtà aumentata sempre da mettere a gara entro l’anno.
Fonte: crotoneok.it