Fondazione Greca di Calabria, le associazioni bocciano il nuovo Statuto e lanciano l’allarme: «Lingua rischia di essere vittima di un sistema inefficace»
Le associazioni ellenofone denunciano un trattamento discriminatorio e chiedono all’assessore Gallo di sospendere lo Statuto da poco approvato: «Non recepisce vere istanze del territorio»
Le associazioni ellenofone dell’Area Grecanica si oppongono con forza al nuovo statuto della Fondazione per la Comunità Greca di Calabria, approvato dalla Giunta Regionale il 10 luglio 2024. La Fondazione, che ha origine nell’Istituto Regionale Superiore di Studi Elleno-Calabri (IRSSEC), nato circa vent’anni fa a Bova Marina, non ha mai svolto appieno il proprio ruolo di centro studi e documentazione sul greco di Calabria.
Le criticità dello statuto
Le associazioni denunciano che il nuovo statuto accorpa tutti i poteri decisionali nelle mani di un unico presidente. L’articolo 7 dello statuto stabilisce infatti che gli organi dell’istituto saranno solo il presidente e il revisore dei conti, eliminando così il Consiglio di Amministrazione e la figura del Direttore Scientifico. «Spariscono tutte le figure di raccordo con il territorio, lasciando tutto nelle mani di un unico “plenipotenziario”» hanno dichiarato congiuntamente i rappresentanti delle associazioni Jalò tu Vua (Bova Marina), CUMELCA (Gallicianò di Condofuri), Apodiafazi (Bova), Paleajenèa (Roghudi Nuovo) e Greco Delia (Bova Marina).
Gestione accentrata e dubbi sull’efficienza
Le associazioni denunciano che il presidente, figura non necessariamente legata al territorio, avrà il controllo esclusivo di un budget ingente, stimato tra i 400. 000 e i 500. 000 euro, destinato alla promozione della lingua greco-calabra. «Come si può affidare una somma così rilevante a una persona senza alcuna garanzia di trasparenza e competenza specifica? » si chiedono le associazioni.
Ulteriori critiche riguardano il metodo di designazione del Comitato Tecnico-Scientifico, affidato all’assemblea generale di comunità. «È impensabile che un’assemblea possa valutare i titoli scientifici e scegliere figure fondamentali per un istituto che dovrebbe occuparsi di una lingua a rischio di estinzione», sottolineano i portavoce.
L’introduzione di una retribuzione annua di 50. 000 euro per il presidente, senza requisiti chiari o obblighi di presenza operativa in sede, rappresenta un altro nodo critico. «Non esiste alcuna selezione pubblica: il presidente della Regione potrà nominare chiunque ritenga opportuno, senza garanzie di competenza» lamentano le associazioni. Gli stipendi del presidente, del revisore e di eventuali collaboratori scelti direttamente dal presidente, saranno inoltre prelevati dai fondi destinati alle attività della fondazione. «Rischiamo che la nostra lingua sia vittima di un sistema inefficace e non etico» aggiungono.
La disparità con altre minoranze
Le associazioni denunciano, infine, un trattamento discriminatorio rispetto alle fondazioni delle minoranze arbereshe e occitana, i cui statuti non sono stati modificati. «Ci chiediamo perché le nostre osservazioni siano state ignorate, mentre sono state accolte quelle delle altre minoranze», dichiarano i rappresentanti ellenofoni, ricordando che il Coremil non dispone nemmeno di un rappresentante ellenofono dal 2018, anno della scomparsa del precedente delegato.
Le richieste alla Regione
Con il sostegno dei sindaci dell’area grecanica, le associazioni chiedono all’assessore alle minoranze linguistiche, Gianluca Gallo, e al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, di sospendere l’attuazione del nuovo statuto. «Proporremo una bozza alternativa, che recepisca le vere istanze del territorio e sia allineata agli statuti delle altre minoranze linguistiche» annunciano. «Il nostro obiettivo è salvaguardare la lingua greca, un patrimonio storico e culturale inestimabile».
Fonte: ilreggino.it