Edoardo Vitale, Presidente del Movimento “Sud e Civilta'”: siamo orgogliosi della Magna Grecia, le nostre radici
EDOARDO VITALE
Il presidente del movimento civico “Sud è Civiltà” parla su mgrecianews per la sua attività
M.G.N.: Chi e’ Edoardo Vitale? Può raccontarci i suoi dati biografici?
E.V.: Sono un magistrato in pensione, direttore de L’Alfiere, rivista fondata nel 1960, che per prima ha affrontato la revisione della storia del Sud della penisola italica. Sono inoltre presidente dell’associazione “Sud e Civiltà”.
M.G.N.: Il movimento “Sud è Civiltà” che finalità si prefissa?
E.V.: “Sud e Civiltà” è un’associazione che si propone di avviare la formazione di una nuova classe dirigente per la rinascita del Sud, nel segno della nostra straordinaria e plurimillenaria tradizione.
M.G.N.: Lei crede nella indipendenza del Sud come uno stato-confederazione tra Napolitani e Siciliani?
E.V.: Io credo che sia il popolo Napolitano (espressione che comprende le popolazioni insediate nelle province dal fiume Tronto allo stretto di Messina), sia il popolo siciliano, pur conservando ciascuno le proprie particolarità, abbiano una civiltà comune e interessi comuni, di fronte a uno stato italiano che li discrimina da più di 160 anni e ai gruppi di interesse, italiani ed esteri, che intendono stravolgere le vite dei popoli asservendoli a logiche di puro sfruttamento e di livellamento culturale. Quindi un’azione comune siculo-napolitana è necessaria, così come la collaborazione e la solidarietà con tutti i popoli che vogliono sottrarsi al giogo liberista e alla dittatura usuraia. Occorre inoltre riprendersi le chiavi di casa, ossia il diritto di vivere secondo la nostra filosofia di vita e le nostre tradizioni, dinamicamente intese, nonché secondo le nostre vocazioni economiche. Tale autonomia è indispensabile alla stessa sopravvivenza die nostri popoli. Teoricamente ciò si potrebbe conseguire anche in unione con gli altri popoli della penisola italica; ma è difficile che lo stato italiano, strutturatosi intorno all’idea di sfruttamento e desertificazione del Sud, possa correggersi adottando una politica più equa e rispettosa. Pertanto l’ipotesi di una confederazione siculo-napolitana, ovviamente salvaguardando le tradizioni e le peculiarità, anche istituzionali, di ciascun popolo, è un’ipotesi che potrebbe divenire attuale.
M.G.N.: Questo stato indipendente del Sud quale citta’ potrebbe avere come capitale? Napoli? Napoli insieme a Palermo? Messina insieme a Reggio?
E.V.: Palermo ha assunto fin dall’inizio il ruolo di capitale del Regno di Sicilia, comunque si tratta di una scelta che spetta unicamente ai siciliani. Fermo restando che il ruolo di capitale viene assegnato dalla concreta evoluzione storica di ciascun popolo. Per quanto riguarda il Regno di Napoli, o Regno di Sicilia al di qua del faro (di Messina), il ruolo di capitale è stato assunto da Napoli, che addirittura, caso unico fra i grandi stati europei, ha dato il nome allo stesso regno. Napoli, soprattutto dopo la fondazione della prima università pubblica del mondo, la Federico II, è stato il megafono delle province verso le grandi capitali europee, al punto che le famiglie più importanti di tutto il regno usavano costruirvi proprie residenze.
M.G.N.: Che simbolizza per lei la Magna Grecia?
E.V.: La Magna Grecia è stata una meravigliosa stagione culturale dei popoli del Sud della penisola, la nuova, grande fioritura della civiltà ellenica, questa volta nelle nostre terre, soprattutto nelle fasce costiere. Per molti secoli questa civiltà si è sviluppata raggiungendo vette elevatissime nell’arte, nella politica, nella filosofia; ed ha fortemente plasmato la nostra visione del mondo, fondendosi con le tradizioni precedenti dei popoli italici. Per questo siamo orgogliosi di queste nostre radici e vorremmo che la nostra gente fosse molto meglio informata in proposito.
M.G.N.: Che cosa propone di fatto sud è civiltà ai popoli del Sud?
E.V.: Innanzitutto di ritrovare il proprio spirito di appartenenza a una grande civiltà e poi di costruire un grande futuro nel segno della nostra straordinaria tradizione.
M.G.N.: Sig Vitale “Sud è civiltà” riuscirà a formare una nuova classe dirigente incorruttibile?
E.V.: Noi ci proviamo cercando, insieme coi nostri associati, di ricostruire correttamente la nostra storia e di cogliere le dinamiche che hanno condotto all’attuale disastro. Questo è indispensabile per evitare gli errori che hanno permesso a forze contrarie agli interessi dei nostri popoli di prendere il potere e di farci vivere in una condizione coloniale.
M.G.N.: Signor Vitale ci racconti di suo Padre Silvio Vitale e della rivista L’ALFIERE.
E.V.: Nel lontano 1960, mentre la retorica risorgimentale, alimentata dalle celebrazioni per il centenario della spedizione garibaldina, imperversava, si levò decisa una voce fuori dal coro: per iniziativa di Silvio Vitale, ebbe vita L’Alfiere, Pubblicazione Napoletana Tradizionalista, che sin dal titolo proclamava con fierezza di ispirarsi alla grande tradizione dell’antica capitale delle Due Sicilie.
Attraverso le pagine della rivista, un manipolo agguerrito di giovani studiosi intraprese una coraggiosa opera di revisione storica, demolendo con ricchezza di argomenti le falsità divulgate dalla storiografia asservita al potere, portando alla luce episodi e personaggi sui quali si era voluto stendere un velo di oblio ed esortando tutti gli uomini liberi alla riflessione critica e all’impegno per la difesa della dignità dei popoli delle Due Sicilie.
M.G.N.: Signor Vitale può dirci alcune cose su indipendentisti del Sud di oggi che hanno offerto molto al risveglio identitario del Sud come Aniello Sicignano, Gigi Lista, e altri?
E.V.: Ringrazio tutte quelle persone che, con le loro azioni, offrono tanto al Sud. Ringrazio anche Aniello per il suo impegno nel creare ponti di contatto con la Grecia.
M.G.N.: Secondo lei gli ex territori delle Due Sicilie sono una colonia interna?
E.V.: Sono una colonia interna dal 1860. Il nuovo stato unitario, anziché riconoscere e valorizzare le culture dei diversi popoli insediati nella penisola italica, impose il proprio centralismo autoritario, che fu particolarmente violento e oppressivo nei confronti dei popoli napolitano e siciliano, senza alcun rispetto verso le diverse tradizioni e le diverse istituzioni di ciascun popolo. Inoltre la grande insorgenza popolare antipiemontese, che tenne testa per circa dieci anni all’invasione militare prima garibaldina, poi italiana, lasciò una scia di sangue e distruzione nelle nostre campagne, dove il potere venne consegnato nelle mani dei latifondisti e degli speculatori agrari. Il popolo fu così costretto all’emigrazione, che da allora non cessa di dissanguare le nostre terre.
M.G.N.: Cosa ne pensa del patrimonio culturale del sud come gli scavi di pompei regge musei di Napoli in mano agli italiani mentre i nostri popoli devono emigrare? E.V.: È una vergogna intollerabile e un esempio della prepotenza del governo centrale contro i nostri popoli.
M.G.N.: Cosa pensa dell’emigrazione?
E.V.: Un fenomeno indegno di un paese civile. Oggi si presenta soprattutto come emigrazione giovanile: le migliori intelligenze e le migliori energie dei nostri popoli vengono costrette a lasciare la propria patria, andando a servire alla mensa dei ricchi. La loro terra è stata ridotta a una condizione così misera, da non essere in grado di offrire loro un’esistenza libera e dignitosa.
M.G.N.: Cosa pensa degli attacchi verso Napoli e in generale verso il Sud? E.V.: Gli attacchi sono dovuti al fatto che la cultura moderna a Bruxelles è diversa dalla nostra nel Sud. L’attenzione ai beni materiali è un concetto di progresso che impedisce alle persone di essere felici. Esternamente li fa sembrare più forti ma internamente li indebolisce. L’armonia, il senso della moderazione non appartengono a questa concezione. Napoli è l’unica grande metropoli occidentale che porta un messaggio dalla civiltà antica, ed è completamente diversa. Napoli è una città che sopravvive allo tsunami, è come una Pompei aperta, è custode della tradizione, diversa dalla falsa Bruxelles, si oppone a questa dittatura. Loro (a Bruxelles) hanno una sindrome di inferiorità, stanno distruggendo i nostri popoli.
M.G.N.: Lei ha un messaggio a rivolgere ai nostri lettori in Grecia? E.V.: Purtroppo non si tratta di Europa, ma di mercanti, usurpatori, non (Europa) dei popoli. Sono investitori bancari in cui abbiamo affidato le nostre vite. L’Europa deve unirsi su ideali comuni. La visione, la prospettiva dei popoli del Mediterraneo è quasi la stessa, la vediamo nelle opere d'arte e di cultura. Ogni volta che vengo in Grecia mi sento come a casa, l’ospitalità è ciò che spicca. Dobbiamo unirci e creare un fronte comune per affermare la nostra dignità in opposizione all’oligarchia di Bruxelles. La differenziazione tra i popoli della penisola italiana dipese dall’antica colonizzazione greca. Ovunque andassero i greci, la gente è più simpatica, più estroversa, ad esempio (tranne al Sud) c’era una colonia greca a Ravenna (Emilia Romagna) dove la gente è diversa dal resto del territorio circostante. Gli spagnoli ci hanno portato fortunatamente una cultura simile a quella greca.
Ringraziamo Sig. Ed.Vitale per aver gentilmente fornito questa intervista.