PUGLIESE

La vertenza Baritech resta al palo, i lavoratori più esperti nella spirale della Naspi

 

“Difficile trovare un’altra strada a quasi 60 anni”

Dopo i licenziamenti di febbraio la situazione dei 113 operai dell’ex stabilimento della zona industriale di Bari non registra particolari novità. E per loro diventa sempre più complicato far quadrare i conti a fine mese

 

Le settimane passano e la vertenza Baritech resta sostanzialmente al palo. Dopo i licenziamenti dei 113 lavoratori dello stabilimento collocato nella zona industriale, con le lettere di congedo inviate a inizio febbraio e impugnate dai sindacati, non vi sono stati passi in avanti e la situazione sembra cristalizzarsi a svantaggio degli ex operai, tra risposte istituzionali e imprenditoriali che, al momento, non arrivano. Per loro l’unica certezza, al momento, è la Naspi, ovvero l’indennità di disoccupazione, della durata massima di 24 mesi, che però, assegno dopo assegno, si riduce progressivamente.

Una vera e propria corsa contro il tempo, dunque, per chi deve far fronte a spese quotidiane e gestioni familiari, diventate decisamente complicate con la perdita del posto di lavoro. Tante le storie simili che arrivano da chi per anni ha impiegato la propria vita nello stesso luogo lavorativo tra nomi, proprietà e ‘pelle’ differenti, passando dall’Ex Osram che produceva lampadine, fino alla Baritech e alla realizzazione di componenti per mascherine chirurgiche. I problemi maggiori sono per coloro che, paradossalmente, dovrebbero far pesare la loro esperienza e invece non trovano una facile collocazione: “Io ho 59 anni – racconta a BariToday un ex operaio Baritech – e ho maturato un’esperienza di 35 anni nel settore. Ciò nonostante, purtroppo, trovo le porte sempre chiuse, come molti altri colleghi. Magari il colloquio con un’azienda ti può andare anche bene, però poi controllano l’età e non ti chiamano. E’ una situazione decisamente frustrante”. 

Le difficoltà nel trovare un impiego e uscire dalla spirale della Naspi non sarebbero le uniche: “L’azienda – dice l’ex lavoratore – non ci ha ancora liquidato il Tfr. Non sappiamo neppure se lo avremo a rate. Tutto ciò ci crea problemi economici anche perchè c’è chi ha mutui da pagare o sostenere i figli negli studi. Inoltre – rimarca – nell’ultimo periodo non sono arrivate proposte di collocamento né altre riguardanti corsi di qualifica. Siamo stati chiamati dal Centro per l’Impiego ma per ora non ci sono novità. Dove sono le politiche attive del lavoro annunciate dalla Task Force regionale?”.

La paura, per gli ex operai, è quella, di restare con un pugno di mosche in mano: “Auspicavamo – aggiunge – che nuovi investimenti della Regione potessero servire per reintegrare i lavoratori. Sentiamo spesso che ci sarebbero imprenditori intenzionati a prendere possesso nella zona industriale, di alcune aziende dismesse da riconvertire. Confidiamo in ciò ma per ora non abbiamo avuto alcuna risposta”. Uno stallo in cui c’è però anche la beffa di chi era quasi arrivato al traguardo della pensione: “Nel mio caso – racconta l’ex operaio – non mancavano moltissimi anni. Come me ci sono altri colleghi in condizioni simili. Temiamo che tra qualche anno il limite all’età pensionabile possa essere spinto più in là. Una situazione paradossale per noi a cui non è stato nemmeno riconosciuto il beneficio contributivo relativo, ad esempio, all’esposizione all’amianto, perchè non avevamo maturato il numero minimo di anni richiesti. Il nostro auspicio è che si possano attuare delle politiche per alleviare la nostra situazione anche perchè è complesso arrivare alla fine del ciclo lavorativo”. Nel frattempo i presìdi dei lavoratori proseguono, tra zona industriale e piazza Libertà nel centro di Bari: un modo per non spegnere la luce verso una vertenza sempre più complicata.

 

Fonte: https://www.baritoday.it/economia/baritech-vertenza-operai-naspi-storie.html

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